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Silvia Felli

“È stato un sogno a guidarmi e a farmi capire qual

era la strada giusta da intraprendere.”

6 maggio 2021.
Roma, quartiere Testaccio.
Sono in un bar nei pressi dello IED quando vedo avvicinarsi Silvia. Sta arrivando con alcuni minuti di anticipo. Indossa una T-Shirt nera a maniche corte, un paio di jeans con qualche strappo e scarpe senza tacchi. Niente di troppo appariscente, nulla che possa far pensare che tra pochi giorni presenterà la sua prima collezione di abbigliamento.
La faccio accomodare.
Io ordino un succo e lei un caffè.

È la sua prima intervista e l’emozione le si legge negli occhi.

“Sono nata e vissuta a Celano, un piccolo centro dell’Abruzzo, e non avevo mai abitato in una grande città, ma vivere a Roma non mi dispiace. È una città meravigliosa, ormai la sento parte di me. Qui ho imparato molto e sento che c’è ancora tanto di questa citta che devo conoscere.” Racconta subito Silvia.

Non a caso la tua collezione è proprio ispirata all’Antica Roma.

“È vero, mentre disegnavo i miei abiti ero guidata da un profondo richiamo da parte dell’arte del passato e in particolare dalla perfezione delle linee della statuaria antica. La parte iniziale è venuta giù davvero in pochissimi giorni, ero carica ed emozionata come mai prima d’ora. Certo, non sono mancate le difficoltà. Vivere in un periodo come questo è un vero dramma per tutti noi creativi. C’è stato un momento in cui non riuscivo a mettere a punto più nulla. Tutto era fermo. Buio. “

Cosa ti ha dato la forza di riprendere in mano la collezione e portare a termine il tuo lavoro?
“Sicuramente il sostegno delle persone, le tante parole d’incoraggiamento di familiari, amici e insegnanti, ma soprattutto la passione e l’amore per quello che stavo facendo. Lavorare nel campo moda è sempre stato il mio sogno. Sin da bambina, quando giocavo a fare la commessa e fingevo che il mio armadio fosse la vetrina di unWWa boutique.”

Dunque, hai sempre voluto fare la designer?

“A dire il vero, anni fa avevo diverse alternative e fino a poco prima di iscrivermi allo IED non ero ancora totalmente sicura della mia scelta. È stato un sogno a guidarmi e a farmi capire qual era la strada giusta da intraprendere. Una notte sognai di essere una stilista affermata che stava disegnando la propria collezione per l’inverno successivo. I capi che avevo progettato erano meravigliosi, i più belli che avessi mai visto. La mattina dopo presi subito un foglio bianco e iniziai a riprodurre i vestiti che avevo immaginato. Ovviamente i rendering non erano così soddisfacenti come quelli che avevo sognato, ma da quel momento capii che illustrare era la mia vocazione e da quel giorno non ho mai smesso di farlo.”

Quali sono state le reazioni della tua famiglia alla decisione di frequentare lo IED a Roma?
“Per loro non è stata una sorpresa. Ho frequentato il liceo artistico con l’indirizzo in Fashion Design, dunque tutti si aspettavano che avrei continuato il percorso iniziato alle superiori. I miei genitori sono sempre stati orgogliosi della mia scelta e consapevoli del mio talento. Forse anche più di quanto lo sia mai stata io stessa.

Ora che il tuo percorso di studi è quasi terminato sei preoccupata per il futuro? Il mondo del lavoro ti spaventa?
È la parola futuro che mi ha sempre spaventata, ma ad oggi mi sento come se ne fossi già immersa. Mi piace pensare che il domani sia ora. Sto realizzando il mio sogno e, per il momento, è questo quello che conta.

Quanto la tua felicità è legata al successo in ambito lavorativo? Saresti disposta a fare delle rinunce per ottenere il lavoro dei tuoi sogni?
Penso che ognuno di noi desideri avere successo. Il consenso degli altri è ciò che dà valore al nostro operato. È in base al responso del pubblico che, almeno nel nostro lavoro, si può dire di aver raggiunto i propri obiettivi. Nello stesso tempo, non credo che la mia felicità dipenderà solo ed esclusivamente dai miei trionfi. Già la semplice idea di svolgere il lavoro che amo mi rende soddisfatta e sarò sempre grata alla vita se potrò continuare a lavorare nel mondo della moda.

Sicuramente sono disposta a fare sacrifici e rinunciare a molto per realizzare il mio sogno, ma ciò che non vorrei mai dover sacrificare è la mia dignità. Desidero continuare a vivere all’insegna degli ideali che mi hanno sempre accompagnata, solo così potrò dire di essere davvero orgogliosa di me stessa.

Come definiresti la donna che vestirai con la tua collezione?

Vorrei vestire una libera, che ama sé stessa e la vita, rispettosa del proprio corpo e della propria terra.
Con i miei capi mi rivolgo a ragazze innamorate dell’arte, che desiderarono immergersi in essa, diventando parte integrante della propria città. Un po’ come sto facendo io con Roma

Quanto potere hanno, a tuo parere, coloro che operano nel settore moda sulla vita delle persone?
Un’autorità elevatissima. Pochi se ne rendono conto, ma la moda è da sempre il settore che più influenza la vita di ognuno di noi.

Abbiamo un potere immenso tra le mani e dobbiamo imparare a gestirlo con maggiore consapevolezza. La nostra è una grossa responsabilità anche a livello ambientale. Io sento molto questo peso, ecco perché le mie collezioni saranno sempre all’insegna dell’ecosostenibilità.

Roma, oltre che culla della classicità è anche cure della Chiesa Cattolica, tu ti reputi credente? Pensi che questo possa aver influenzato il tuo modo di fare arte (moda)?
In realtà non so nemmeno io se posso definirmi credente o meno. In generale non amo classificarmi e classificare le persone. Amo essere libera di credere a tutto oppure a niente in base al periodo che sto vivendo e a ciò di cui necessito. Insomma, è la libertà la mia religione. E si, credo che questo influenzi molto il mio modo di esprimermi anche in campo artistico.

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